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La storia del Comune di Colledara è legata a quella di Castiglione della Valle, antica sede del comune conosciuto come Castrum Leonis Vallis Sicilianae o Castrum Vallem e risalente al periodo medievale se non al periodo romano.
Notizie sicure le troviamo nella chiesa di san Michele Arcangelo del XII secolo e nei resti dell'antico bastione delle possenti mura di cinta, di cui oggi sono visibili pochi e diruti resti destinati a scomparire presto, visto l'abbandono degli ultimi abitanti.
Un antico documento del 959 testimonia l'esistenza di questa baronia appartenuta nei secoli alla famiglia dei Pagliara, degli Orsini poi fino ai conti Castiglioni di Manoppello. La sua storia è legata a Lucrezia Borgia e ad Alfonso d'Aragona che vi si rifugiarono nel 1499 per sfuggire alla persecuzione del Duca Valentino (Cesare Borgia) fratello di Lucrezia.
Molti storici oggi parlano di questo episodio mescolando verità storica a leggenda. Noi però abbiamo certezza del fatto storico grazie agli studi del dott. Ulderico Martelli, illustre medico del XX secolo esercitante la sua professione in Colledara e studioso di storia locale oltre che umanista ed attento e raffinato critico delle maioliche castellane.
Martelli nelle sue ricerche rinvenne due manoscritti (andati poi perduti in un rogo dell'archivio comunale) latini del secolo XVI. Si trattava di due fogli asportati ad un volume di grossa mole, avente la copertina in carta pecora,e che portava il nome dell'autore tale P.L. Azzunos, e il titolo : "A ROMANI IMPERII EVERSIONE CASTRI LEONIS VALLI HISTORIA". Dell'autore sappiamo solo che era uno storico fiorentino esule dalle nostre parti, come d'altra parte la famiglia Martelli, ma non dubitiamo della sua esistenza reale confortati anche dalla toponomastica che ancora oggi ci indica nei pressi di Castiglione della Valle una zona chiamata "Li Azzuni". Così come non possono esistere dubbi sul personaggio Lucrezia Borgia nel documento indicata come " a patre suo Pontefice Maximo". Inoltre la battaglia nella saccheggiata terra di Chiarino, località antistante Castiglione della Valle, tra le truppe del Valentino e gli indignati valligiani guidati da Setta e Parrozzani è acclarata dai reperti rinvenuti nei pressi della contrada "Le Breccie" che confermanoquanto scritto dall'Azzunos:"..et omnes gladio ceciderunt".
Castiglione della Valle come testimoniano anche gli Statuti Rurali, presentati per l'approvazione del sovrano nel 1747, apparteneva alla Diocesi di Penne e nel 1700 contava oltre mille abitanti (1018) e restò sede municipale fino al 1909 nonostante qualche lembo di territorio fosse disputato con i comuni viciniori.
Ricordiamo che la frazione di Legnano, patria di Melchiorre Delfico nato da Bernardo e da Margherita Civico, nel 1869 con Regio decretoN°5423 del 18 Dicembrepassò al Comune di Montorio al Vomno mentre per Ornano grande e le altre frazioni limitrofe la storia è più complessa.
Abbiamo certezza che nel 1742 con la stesura del Catasto Onciario le frazioni di Case di Baldo (Teramano), Ornano Piccolo, Ornano Grande, Mercato Vecchio, Vico, Cretara e Casa Terza appartenevano a Tossicia ma nel 1815 dette frazioni furono assegnate a Castiglione della Valle.
La decisione non fu accettata da Tossicia e fino al 1836 la disputa non fu risolta anche per la poca chiarezza della legislazione del Regno di Napoli. Dopo l'unificazione italiana però il problema fu definitivamente risolto in base all'articolo 15, secondo comma della Legge20 marzo 1865 che dettava:

"Per Decreto Reale potrà una borgata o frazione essere segregata da un Comune, ed aggregata ad altro contermine, quando la domanda sia fatta dalla maggioranza degli elettori della borgata o frazione,e concorra il voto favorevole tanto del Comune, a cui essa intende aggregarsi, quanto del Consiglio provinciale, che sentirà previamente il parere del Consiglio del Comune, a cui la frazione appartiene".

Nel 1909, con regio decreto N° 453, la sede del Municipio fu trasferito a Colledara che vantava una centralità del territorio, un alto numero di abitanti e con tutti i servizi utili alla comunità ( Posta, banca,farmacia,medico,scuola e persino il notaio).
Il nome del comune però non mutava e, solo successivamente si trasformerà in Comune di Colledara con il Regio Decreto N° 379 del 16 Febbraio 1928.
Sulla scelta del nome certamente influì la notorietà acquisita dal paese attraverso la pubblicazione del romanzo di fedele Romani uno dei figli più illustri di Colledara come ci testimonia il consigliere provinciale Tito Candelori in un suo intervento:

"è questa ... una ragione di pura idealità e intellettualità, perché tutti sanno che il nome di Colledara è oggi collegato ad una manifestazione altamente letteraria, ed anche ... aggiungerò che Colledara è patria di Fedele Romani, vanto e decoro del nostro Abruzzo che lo conta fra i suoi figli più cari, dell'aureo scrittore che tanto suggestivamente ha saputo descrivere ed illustrare il paese nativo, dell'educatore insigne che noi auguriamo di vedere ascendere sempre più alto nell'esercizio della sua nobile funzione »